Qualche tempo fa è comparso un articolo che riguardava la Sapienza- Università di Roma. Secondo uno studio fatto dalla società americana U.S. News e World Report, la suddetta università sarebbe la PRIMA università italiana, dunque la migliore. Ma secondo quali parametri? Sul Messaggero.it, Camilla Mozzetti, ci spiega che come indicatori sono stati utilizzati “ricerca globale e regionale, le pubblicazioni scientifiche,le citazioni nelle riviste, le collaborazioni internazionali fra atenei, il numero di dottorati di ricerca assegnati”. Insomma la Sapienza – Università di Roma fa parlare di sé ed è conosciuta in tutto il mondo. Bonifacio VIII sarebbe orgogliosissimo della sua “creatura”.
Ma così come le statue sembrano perfette da lontano e solo mentre ci si avvicina si notano le screpolature, le imperfezioni. Allo stesso modo nessuno conosce meglio e sa come funziona un’università degli studenti, eppure negli studi condotti dalla società americana nessuno ha chiesto il loro parere. Ma questi ragazzi sono proprio quelli che la vivono, sono loro che sanno cosa significa iniziare la mattinata tra le folle, le file. Sono loro a conoscere le “screpolature universitarie”.
La ressa nelle metropolitane; nei pullman; finalmente si giunge al varco di Piazzale Aldo Moro. Ci siamo. Entriamo nella Città Universitaria. Niente da dire: tutto è al proprio posto. Non una carta a terra, le aiuole bene tenute e a seconda delle stagioni accolgono primule o ciclamini. Avanziamo e vediamo le fontanelle per dissetarsi, che spettacolo, zampillano tutte perfettamente. Ancora qualche metro più in là si erge maestosa la statua della Minerva a far da guardia, sembra quasi, all’edificio del Rettorato. Poi ancora la fontana grande, vicino la statua della divinità, tenuta in ottime condizioni.
Addirittura ,adesso, per il mese di dicembre hanno messo anche un piccolo alberello natalizio. Niente da ridire, La Sapienza ha il pollice verde. Adesso gli studenti si dividono. C’è chi va verso la propria facoltà. Chi alla Biblioteca Alessandrina. Chi a fare la fila alla segreteria. Chi al CIAO per chiedere informazioni. E poi ci sono gli studenti di Lettere e Filosofia. Continuiamo il giro turistico nella PRIMA università italiana. Alla destra della Minerva, tra le disparate sedi, c’è la Facoltà di Lettere e Filosofia. Entriamo. Studenti in corsa. Studenti in fila. Le corse, perché ci sono uffici aperti solo tre volte a settimana e solo dalle 10 alle 12. Le corse per arrivare a prendere un posto decente nella fila per qualcuno dei suddetti uffici. La corsa per prendere i posti nelle aule sovraffollate, alcune piccolissime, a tutti gli studenti più di una volta è capitato di dover seguire la lezione in piedi o addirittura fuori dalla porta dell’aula. Quale studente di Lettere e Filosofia non conosce l’aula Bonaiuti. L’angusta aula Bonaiuti.
Le corse per prendere il posto in aula studio, quello dove c’è la presa della corrente, perché nel 2014 molti studiano con pc e tablet che utilizzano per fare riassunti e non come molti pensano per navigare nel Web, pur volendo la connessione Wi-Fi è lentissima. Inutile dire che le prese di corrente sono come oasi nel deserto. Uno studente deve conciliare orari dei corsi, orari degli uffici con orario 10-12, avere il dono dell’ubiquità, perché spessissimo capita di avere tre lezioni tutte allo stesso orario.
E’ mattina presto, saranno le nove, e nella Facoltà di Lettere e Filosofia ci sono: file alle macchinette, è normale tutti a prima mattina desideriamo un caffè o qualcosa di caldo, file per entrare nelle aule, ed è normale nessuno vuole perdersi la lezione. Ma quello che stupisce di più, sono le interminabili file per andare al bagno. Com’è possibile? Eppure ad ogni piano di questa facoltà ci sono almeno due o tre bagni. Dov’è il problema? Al piano terra, alle nove di mattina, sulla porta del bagno un foglio con la scritta “Bagni guasti, wc otturati!”. Una povera malcapitata che si trova in sede per assistere alla laurea di qualcuno prende a lamentarsi con l’addetta alle pulizie “Signò mica è colpa mia se questi intasano i bagni!”. Qualsiasi studente avrebbe risposto che nessuno si diverte ad intasare i bagni, i bagni s’intasano perché manca la carta igienica, finisce, non viene cambiato il rotolo e gli studenti, chiaramente, utilizzano, a loro spese, i preziosissimi fazzolettini di carta che si portano da casa. Ogni studente si è chiesto almeno una volta che fine facciano tutti i soldi che vengono versati per le tasse, possibile che La Sapienza, la PRIMA università italiana oltre alla piante, alle fontanelle, alle pubblicazioni su riviste, oltre alla “facciata” non possa provvedere anche a quelli che in un bagno sono beni primari. IL bene primario:la carta igienica. Possibile che l’università non possa provvedere ad avere più aule studio, un’aula computer, più prese per la corrente?
E dopo corse, accaparramento posti e file negli uffici ad uno studente toccano anche file interminabili per andare al bagno. Forse, come in tutte le cose, come ad ogni studente è stato insegnato nella stesura della tesi, bisognerebbe preoccuparsi ed occuparsi non solo della facciata, delle apparenze, della forma, ma soprattutto dei contenuti.