Una pioggia pericolosa (seconda ed ultima parte)

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Al culmine della pioggia incessante e del delirio generale, con l’acqua che principiava a colare giù dal davanzale, un urlo sottile, ma acuto e deciso, si propagò nell’aria, arrivando quasi a sovrastare i tuoni del temporale: tra gli astanti si destò un’irresistibile curiosità sulla sua fonte di provenienza.

Nel medesimo momento, come un dardo velocissimo scoccato senza preavviso, atterrò sul naso di Jolly King un essere bizzarro, che a tutto faceva pensare fuorché ad una pecora; eppure quel minuscolo corpicino è un rappresentante della specie ovina in ogni suo gene, a dispetto delle ambigue caratteristiche fisiche, e quel giorno mostrò tutta la sua originalità di fattezze e di intelletto, a partire dall’atterraggio su quel grosso muso, con successivo rimbalzo fino a toccare terra con quelli che, a fatica, si riescono a definire piedi…

La protagonista di questa spettacolare entrata in scena fu Pillule Uno, la quale si rivela fuori dalle convenzioni già se si fa riferimento al nome: esso certifica chiaramente che ci si trova di fronte ad un qualcosa di molto piccolo, dalle pratiche dimensioni tascabili. Ma ciò che più stupisce della tenera pecorella sono le particolarità somatiche; tralasciando il fatto meno anomalo del non possedere una coda, la conformazione della testa di Pillule Uno è, a dir poco, singolare: una piramide distesa su un lato, sproporzionata rispetto al resto del corpo, al cui vertice spicca, cucito sulla stoffa consunta, un esile naso rosa. Al di sotto di esso, una bocca a forma di punto si affaccia a malapena all’esterno, invisibile se paragonata all’intera testa, mentre sopra dominano, come una coppia di chicchi di caffè troppo tostati, gli occhi scurissimi, separati da una lunga cicatrice verticale, non così evidente ma nemmeno tanto attenuata, segno di passate lotte nella sabbia bagnata e di numerosi viaggi intorno al mondo.

Suscitano meraviglia ancora maggiore le zampe: praticamente assenti, esse lasciano il posto ad un paio di piccole gobbe, di cui l’astuta pecora si serve per spostarsi alternandole in insoliti passi, goffi e lenti soltanto all’apparenza, o utilizzandole insieme per leggiadri saltelli; un modo di muoversi molto meno complesso e dispendioso, in termini di tempo e di energie, rispetto a quello di tante altre sue coinquiline, dotate di gambe lunghe ma di poco ingegno nel saperle usare con eleganza e praticità.

A completare la fisionomia insolita è un vestitino in cotone bianco, realizzato all’uncinetto apposta per lei, il quale la rende estremamente femminile ed intonata ad ogni occasione: la pecorella non abbandona mai il suo abito, anche quando le fibre, non più candide, non hanno avuto il tempo di sbiancarsi con un lavaggio in lavatrice, all’interno della quale ella stessa ama tuffarsi per ripulirsi in un’eccitante centrifuga; d’altronde, quasi tutti gli ovini di peluche non hanno nulla da temere da una prolungata e vorticosa immersione in acqua saponata anzi, spesso quest’ultima è la miglior cura contro quelle macchie dell’invecchiamento che spesso affliggono i tessuti più delicati.

Nonostante la piccola statura, Pillule Uno possiede un bagaglio di ricordi, emozioni, esperienze che nessun altra pecora giocattolo sarebbe nemmeno in grado di immaginarsi: avventure di ogni genere con l’amata padroncina hanno forgiato la sua esistenza, donandole una mentalità aperta ed un intuito sopraffino; la sua spiccata intelligenza si è arricchita con il passare degli anni, un tempo non più così breve che comincia a lasciare su di lei qualche segno di usura, cuciture e giunture allentate, non più solide come una volta.

Tuttavia, questi piccoli acciacchi dell’età non hanno rallentato lo spirito irrequieto e giovanile della pecorella, sempre pronta ad accogliere con entusiasmo nuove sfide, anche se pericolose, come la pioggia incontrollata di quella notte: la sua inaspettata apparizione colse solo in parte le pecore di sorpresa, poiché tutte, anche le nuove arrivate, conoscevano la sua perspicacia e il suo ruolo di dominio al Vittoriale, la capacità di gestire situazioni complicate e di prendere, senza indugi, decisioni importanti.

La pecorella più famosa della comunità, saggia ed impulsiva allo stesso tempo, replicò immediatamente alla passività rassegnata di Jolly King, sfoderando con veemenza tutto il suo attivismo:« Ed ora basta con questo lassismo senza vie di uscita! Ma chi ti credi di essere? Il sovrano infallibile che, se sbaglia, vuole essere prontamente consolato? È il momento di reagire e di farsi carico della sfortunata realtà dei fatti! »; Pillule Uno parlava con voce decisa, inoppugnabile, per nulla agitata, come se sapesse esattamente cosa fare, intenzionata a risolvere il problema con estrema sicurezza:« Ragazze, se non vogliamo rischiare di finire sott’acqua, seguite con attenzione la mia strategia preventiva ».

La scaltra pecora si congedò educatamente dall’ovino regale e dal suo insulso trono di cartone e con un incredibile salto, compiuto con la sola spinta dei suoi piccoli moncherini, balzò sul letto alla ricerca di rinforzi, con le idee già chiare su chi scegliere come aiutante nell’impresa antiallagamento: i suoi occhi assunsero una forma sempre più ovale, fin quasi a schiacciarsi in fessure strettissime, a dimostrazione di tutto l’impegno mentale da lei profuso nel progetto; avanzando sul soffice materasso, si diresse verso un “recente acquisto” del Vittoriale, con la certezza che le sue congeniali caratteristiche fisiche avrebbero sortito, senza alcun dubbio, risultati positivi.

Arrivata nel gregge da meno di due mesi, in coincidenza con l’ultimo Natale, Olivia aveva acceso, fin da subito, le invidie delle femmine e i desideri proibiti dei maschi per le sue inusitate bellezza ed eleganza: dal corpo flessuoso e slanciato, ella dissemina fascino senza ritegno con le sue orecchie ampie e morbide, le quali fanno da contorno ad un muso estremamente delicato, leggermente allungato e decorato da occhi magnetici, impreziositi da lunghe ciglia; la lana sulla testa, un po’ arruffata, è solo in parte tenuta in ordine da nastrini di raso colorati, ma ciò che più irretisce del profilo di Olivia sono le braccia e le gambe lunghissime, fatte in tessuto a strisce orizzontali rosse e rosa: le zampe posteriori (a dire il vero, risulterebbe improprio chiamarle così, in quanto al Vittoriale delle Pecore non pochi abitanti hanno acquistato il progresso evolutivo della posizione eretta) terminano addirittura con vistose scarpe col tacco dal colore fucsia fiammante, piuttosto insolite anche per un ovino di peluche.

Perfino l’acclamata Pillule Uno, al cospetto di Olivia, non poté nascondere il suo stupore, condito da un leggero astio per quell’incredibile bellezza, ma pensò al bene del gregge, frenando i suoi sentimenti ed esponendo immediatamente l’urgente questione, esprimendosi in un italiano abbastanza semplice, per farsi comprendere dalla nuova arrivata, proveniente dalla Germania:‹‹ Ascoltami Olivia, solo tu puoi aiutarmi a fermare l’acqua; seguimi, così capirai meglio ››.

Le due pecore, ognuna con la propria andatura, scesero dal letto, abbandonarono la grande camera, sede della comunità, e si diressero verso il bagno alla ricerca di un asciugamano che fosse di giuste dimensioni sia per assorbire l’acqua sul davanzale, sia per poter essere facilmente trasportato fin lì; l’asciugamano, purtroppo, non aveva una comoda collocazione: esso, infatti, era attorcigliato intorno al rubinetto, al di là della vasca, il cui ampio vuoto era il metro di separazione tra le due pecorelle e il tessuto spugnoso; Pillule Uno non ce l’avrebbe mai fatta a compiere un salto così grande per portarsi sull’altra sponda della vasca e, contemporaneamente, ad impossessarsi della salvietta, ma Olivia, senza molte difficoltà, avrebbe potuto sfruttare i suoi arti longilinei per raggiungere il rubinetto e srotolare il prezioso asciugamano.

Tuttavia, l’inesperienza può danneggiare anche i piani più lineari: non del tutto in grado di padroneggiare, con senso pratico, le proprie gambe, Olivia perse l’equilibrio e scivolò su quella superficie effettivamente troppo liscia e curvilinea e, nell’evitare un brusco tonfo, riuscì ad aggrapparsi all’asciugamano, slegandolo in parte dal suo ancoraggio ma, nello stesso tempo, azionando il flusso d’acqua per aver alzato, erroneamente, il rubinetto; in pochi attimi ella si ritrovò nel fondo della vasca, appesantita e bagnata, impossibilitata a compiere qualsiasi movimento, la sua stessa voce emergeva contraffatta dal fragore delle acque ‹‹ Hilfe! Ich…im Wasser…bin! ››, con quel suo accento, tipico dell’alta Baviera, che rendeva il tedesco ancora più complicato.

In quel breve sfortunato lasso di tempo, gli occhi di Pillule Uno si fecero via via più grandi e spalancati, specchio della sua interiorità sconvolta ed amareggiata: il suo piano ineccepibile stava fallendo e, se tendeva l’orecchio, poteva sentir provenire dal Vittoriale i belati disperati di altre pecore, alle prese con le infiltrazioni di pioggia; dal davanzale filtrava acqua da entrambi i lati e coloro che abitavano su quella lastra di pietra scura non sapevano più come difendersi dall’umidità, che già le minacciava costantemente.

Ma Pillule Uno non era di certo il tipo da restare inerte ad autocommiserarsi: visto il degenerare delle circostanze, ella, scendendo con un acrobatico salto dalla vasca ed affacciandosi alla porta del Vittoriale, chiamò, con tutto il fiato che aveva nel suo corpicino, ‹‹ Sweeeeeety!›› e la coinquilina che risponde a quel nome non se lo fece ripetere due volte; Sweety non è una veterana del gregge, ma il suo carattere cordiale e spiritoso l’ha resa benvoluta fin da subito, grazie anche al suo look inconfondibile e sbarazzino, righe colorate e motivi floreali su buona parte del corpo, per non parlare del vistoso fiore, fatto all’uncinetto, al centro della pancia.

Nonostante il suo aspetto non poco attraente, Sweety aveva stretto amicizia molto presto con la pecora leader, molto più piccola di lei per dimensioni, probabilmente aiutata anche dal suo passato domicilio a Merano, che l’ha dotata di un interessante e perfetto bilinguismo; quella notte ella interruppe la conversazione, priva di risvolti costruttivi, con la cugina letterata Berta e, balzando giù dal letto, andò incontro a Pillule Uno: quest’ultima sapeva di poter contare sullo spirito pragmatico dell’amica altoatesina, nonché sulle sue agili zampe, non lunghe come quelle di Olivia, ma di sicuro più gestibili ‹‹ Sono qui per mettere fine all’alluvione ››, affermò Sweety risoluta, e, con lungimiranza, continuò ‹‹ Liebe Pillule Uno, se vuoi che ti aiuti a prendere un asciugamano, non temporeggiamo e perseguiamo il nostro obiettivo ››.

Quella voce così ferma e pacata infuse coraggio nella piccola pecorella, che aveva bisogno di una presenza competente e ristoratrice con cui portare a termine l’impresa ‹‹ Dolce Sweety, se mi fossi rivolta a te prima! Quella scapestrata di Olivia ha combinato un disastro…Presto, andiamo, prima che rimanga annegata nella vasca! ››, ‹‹ Oh, Ja… ››, rispose la sua interlocutrice con sguardo intrigante.

Le due pecore salirono sulla vasca del bagno senza intoppi: Pillule Uno, con stupefacente naturalezza, fece un salto che la portò sulla sponda opposta, per l’esattezza sul rubinetto, affinché potesse chiuderlo per fermare il getto d’acqua e tirare su l’asciugamano prima che si bagnasse; nel frattempo, Sweety aiutava Olivia, ormai quasi completamente fradicia, a risalire dal fondo della vasca, operazione resa difficoltosa dalle membra appesantite di quest’ultima, la quale, inoltre, era anche più grossa della pecorella di Merano.

Compiuto il salvataggio, le due “ovine dalle gambe lunghe” si guardarono, emettendo un sospiro di sollievo, ma la piccola leader interruppe quell’attimo di pausa, seppur piccolo:‹‹ Vi sembra questo il momento di oziare? Muoviti Sweety, non c’è un secondo da perdere ›› e, mentre Olivia stentava ad asciugarsi e a sistemarsi disperata i nastrini colorati sulla sua lanosa testa di poliestere (si trattava di paure infondate: i nuovi tessuti sintetici per peluche si asciugano molto presto ed acquistano con facilità i loro connotati originari, tuttavia le pecore vanitose si dimenticano di queste informazioni utili ma poco interessanti da un punto di vista estetico…), le due coinquiline si incamminarono a passo veloce verso il Vittoriale, portando tra le zampe il prezioso asciugamano: per Pillule Uno saper sfruttare il tempo è di primaria importanza, sia nel bene sia nel male, ed anche quella volta riuscì ad agire in maniera tempestiva, senza sprecare nemmeno un istante.

L’asciugamano venne sistemato ai bordi del davanzale e nemmeno una minuscola goccia oltrepassò più quella barriera assorbente, spingendo il gregge ad emettere un forte belato di vittoria: la questione che ora si poneva era quella di sconfiggere quanto prima i ristagni dell’umidità ‹‹ Ci sono, dobbiamo recuperare l’asciugacapelli dal piano di sotto! ››, dichiarò Pillule Uno con quell’espressione sveglia e brillante, mai oscurata tanto a lungo dai dubbi.

E, mentre l’intelligente minuta pecorella preparava già un nuovo piano per impossessarsi dell’attrezzo, Olivia, ormai quasi asciutta, irruppe all’improvviso nella stanza, divulgando la sua idea geniale, come se la comunità non aspettasse nient’altro che la sua indispensabile partecipazione:‹‹ Ragazze, perché darsi tanta pena? L’asciugacapelli lo prendo io! Con le mie belle gambe atletiche, che ci vuole a scendere le scale? ››; Pillule Uno osservò la tedesca corrugando il naso, senza dire nulla, anche le altre, perplesse, rimasero in silenzio, ma, in entrambi i casi, era sottintesa la rassegnazione a queste ripetute estrinsecazioni di protagonismo.

‹‹ Che c’è, non vi fidate di me? ›› continuò Olivia indisturbata; stavolta il suo italiano fu impeccabile, ma c’è da chiedersi, dati i precedenti disastrosi, come avrebbe fatto a scendere le scale, con la sola corretta coordinazione delle sue zampe, senza inciampare e arrivare in fondo attorcigliata su se stessa, come un gomitolo di lana…

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