Il tycoon di New York, da outsider a presidente

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trump-donaldDopo una delle peggiori campagne elettorali che si siano mai viste, ad essere eletto 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America è stato il repubblicano Donald Trump. É la vittoria del populismo; è la vittoria di colui che vuole rompere con il sistema, definito ormai fallimentare; è la vittoria dell’uomo bianco, che vede Trump come unica soluzione a tutti i problemi, anche a costo di usare la forza. Un Donald Trump privo di vergogna che si presenta con le sue convinzioni razziste, sessiste e violente (di cui sembra esserne fiero) e in grado di monopolizzare l’attenzione della stampa, con tutti gli episodi delle sue battute, delle sue volgarità e delle sue offese. Così è riuscito a lanciare un messaggio forte, mostrandosi come un outsider, il candidato che non appartiene al sistema, anzi come colui che vuole cambiare le regole e creare qualcosa di nuovo. In un clima di rifiuto dell’attuale stallo politico, in cui il popolo americano vede il fallimento sia del partito democratico sia del partito repubblicano, si arriva al rifiuto dell’idea stessa di democrazia costituzionale; ed è questa l’onda cavalcata da Trump.

Diffidente verso il collegio elettorale, che aveva definito disastroso per la democrazia, se non ci fosse stato, Trump non avrebbe mai conquistato la Casa Bianca. Negli Stati Uniti il presidente e il vicepresidente sono scelti dai grandi elettori. Un candidato deve ottenere i voti di almeno 270 grandi elettori su 538 per vincere. Il candidato che ottiene la maggioranza dei voti in uno stato ottiene tutti i grandi elettori in gioco. I risultati di queste elezioni rivelano che la candidata democratica Hillary Clinton ha ottenuto più voti rispetto al candidato repubblicano Donald Trump (47,7% contro 47,5 %), che corrispondono però a 228 grandi elettori contro 279. In alcuni stati il voto a favore della Clinton era di molto superiore, ma ciò non è bastato. Ed è la quinta volta che un candidato perde le elezioni pur avendo il maggior numero di voti popolari.

La stampa europea ha accolto la vittoria di Trump con stupore, malcontento e un pò di timore. Così anche in Italia è difficile trovare qualcuno che lo appoggi e a chi è contrario alla sua elezione afferma “E’ un personaggio eclettico che ha bisogno di sparlare per farsi notare. Gli americani lo hanno votato per la mancanza di un vero candidato alternativo e rappresentativo; e non tutti i neri, afro-americani hanno appoggiato Hillary Clinton”. Ancora c’è chi afferma “E’ un personaggio fuori luogo, un imprenditore abituato a prendere decisioni per un’azienda, non per un popolo intero e un errore può provocare danni a livello mondiale. Si è dichiarato contro le lobby ma è stato appoggiato da quella delle armi, del petrolio e del carbone. Secondo lui il riscaldamento globale non è un problema dato che non esiste… Sono tante le contraddizioni e gli americani sono poco avvezzi a pensare con la propria testa”. Tra i pochi invece che appoggiano il “tycoon” c’è chi sostiene che si è finanziato da solo la campagna, quindi non ha creditori ed essendo stato eletto non deve ricambiare favori a nessuno.

Nel suo primo discorso da neopresidente, non ci sono stati solo i complimenti per la sua avversaria e i suoi sostenitori, ma, ha stranamente parlato di politica in maniera civile e concreta. Nessun riferimento al muro sulla frontiera americana, o all’espulsione di clandestini, o sui musulmani, piuttosto ha parlato della modernizzazione delle infrastrutture. Progetto che era inserito anche nel programma di Bernie Sanders, altro outsider che ha perso le primarie con Hillary Clinton, e che ha provato a reintrodurre il termine “socialismo” che però per l’America è ancora difficile da digerire. Tornando a Trump, chissà se riuscirà a mantenere tutte le promesse fatte durante la sua campagna, come: fortificare il muro che separa gli Stati Uniti dal Messico; espandere i piani sanitari privati al posto dell’Obamacare; la condanna del libero scambio e un ritorno al protezionismo. Di certo questa sua candidatura ha scatenato moltissime proteste, aggiunte alla delusione di gran parte della popolazione americana per la sconfitta di Hillary Clinton, creando una situazione instabile e potenzialmente pericolosa. Dobbiamo aspettare i prossimi mesi per vedere cosa succederà.

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