“OCEANO MARE” : UN LIBRO, UN ROMANZO, UN’EMOZIONE

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“Oceano mare” è un romanzo di Alessandro Barcicco, pubblicato nel 1993.

Il luogo principale dove si svolge la vicenda è la Locanda Almayer ai piedi del mare, dove i diversi personaggi descritti si ritrovano, ognuno con la propria storia e le proprie paure. Protagonista indiscusso del romanzo è il mare, con la sua immensità, mare in grado di salvare e di togliere la vita nello stessp tempo. Tra i personaggi troviamo la giovane Elisewin malata di ipersensibilità, qualsiasi emozione forte, un rumore,un colore, uno sguardo possono strapparle l’anima. Altro personaggio è il professor Bartleboom, con i suo studi sui limiti. Poi abbiamo il pittore Plasson, e infine troviamo la bellissima donna, Madame Deverià.

Tutti questi personaggi, così diversi tra loro si ritrovano nello stesso luogo accomunati da un’unica cosa: il mare. La giovane ragazza Elisewin, accompagnata da padre Pluche, un sacerdote, può trovare la guarigione per la sua inusuale malattia solo immergendosi nel ventre del mare. Il professor Bartleboom cerca di studiare il mare per coglierne la fine, per carcare di capire se può avere un limite. Il pittore Plasson non fa altro che dipengere il mare con il mare, intinge il pennello nel mare e traccia sulla tela le sue pennellate di acqua marina, e le tele restano bianche. Madame Deverià invece, è stata mandata in questo luogo dal marito perchè “guarisca” dalla malattia dell’adulterio.

Nel romanzo si fa riferimento al naufragio della fregata francese Méduse, naufragata al largo dell’attuale Mauritania nel 1816. A seguito del naufragio i passeggeri cercano riparo su una zattera dove inizia un calvario di morte, sofferenza e nel tentativo disperato di sopravvivenza, troviamo anche atti di cannibalismo.

Alessando Baricco ci mostra il mare nella sua totalità, mare che può salvare una giovane vita fragile, e mare che induce l’uomo,per spirito di sopravvivenza, a mangiare un altro uomo.

Leggendo il romanzo, all’inizio appare tutto così confuso, le storie sembrano non intrecciarsi mai, ma ad un certo punto del romanzo ti ritrovi immerso in questo mare. Alessandro Baricco con la sua scrittura particolare e coinvolgente ti trascina nel ventre del mare esattamente come i personaggi.

Questo mare che non si può dipingere, che non si può racchiudere, al quale non è possibile trovare un limite, che può salvare e nello stesso tempo può trascinarti via non è altro che qualcosa che abbiamo dentro di noi. Forse può essere amore, ad esempio Elisewin alla fine guarisce non immergendosi nel mare, ma attraverso la pelle di un uomo sconosciuto, provando una delle sensazioni pià forti come fare l’amore, proprio lei che uno sguardo poteva ucciderla. Forse è odio, indotto da sofferenze, atrocità, ecco perchè si arriva a fregarsene della vita di un altro uomo nel disperato tentativo di salvare la propria. Forse è speranza, tipo quella del professor Bartleboom, che scrive lettere su lettere raccontando della propria vita e che un un giorno darà alla donna che incontrerà, dicendole che la stava aspettando. Forse é immaginazione, come quella del pittor Plasson che nelle proprie tele sembra non raffigurare niente, mentre sta dipingendo qualcosa di così immenso come il mare.

Il mare non è altro che un turbinio di emozioni, sensazioni e sentimenti che possiamo trovare solo dentro di noi, nel profondo dell’anima dove si racchiudono forza e fragilità nello stesso tempo.

Alla fine della lettura quello che ti lascia questo romanzo non è una bella storia, non sono dei bei personaggi ben descritti, alla fine del libro riesci a percepire solo l’infinità di questo oceano mare.

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