L’Opiglione: Batman ti amo. Firmato: Robin.

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Oggi parliamo di fumetti. Il fumetto è un medium antico che risale addirittura all’uomo delle caverne. Ma non partirò da così lontano. Limitiamoci a dire che a livello storico, dopo alcune esperienze del 1800, nel ‘900 arrivano i primi fumetti veri e propri. Inizialmente si diffondono in America sui “penny-press”: questi sono i quotidiani (che costano appunto un penny) che moltiplicano le loro uscite e tirature grazie al torchio a vapore inventato da Koenig ai primi dell’800 (prima erano di legno e funzionavano a mano) e in seguito, verso fine secolo, alla rotativa tipografica. In quel periodo l’America era già un paese di speranze, che accoglieva persone delle più disparate etnie, provenienti da ogni parte del globo. Così, c’erano una infinità di persone immigrate che offrivano la loro manodopera, ma non parlavano una sola parola di lingua inglese. E a loro viene in soccorso il fumetto, con i suoi ballon, le frasi brevi, intuitive, spesso scritte in maniera grammaticalmente non corretta a favore della pronuncia, che sono accompagnate da disegni, così che possano essere meglio decifrati. Una delle prime storie, del famoso R. F. Outcault, è quella di Yellow Kid, al secolo Mickey Dugan (tradotto in Italia col fantasioso “Bambino Giallo”), che citiamo solo per dovere di cronaca e che lancia, in America, il fumetto. Da qui, parte un business che più o meno tutti conoscono. Ma soprattutto, nascono i supereroi. SpiderMan, Superman, i Fantastici 4, e poi Batman e molti, molti altri. La bomba esplode, i fan crescono, i guadagni vanno alle stelle e la oleata macchina delle meraviglie sembra non potersi arrestare. Nulla sembra poter mettere in discussione la genuinità di questi modelli/prodotti. Ma un giorno, come in ogni racconto che si rispetti, arriva il guastatore: costui risponde al nome di Fredrick Wertham. E’ uno psichiatra di fama internazionale, che fu chiamato come consulente in innumerevoli perizie su assassini senza scrupoli. Passato alla ribalta pubblica dopo essere stato scelto per periziare Albert Fish, un maledetto serial killer, di quelli che non dovrebbero mai nascere, che uccise più di una dozzina di bambini, oltre ad altri efferati delitti con atti di ferocia inaudita, dal cannibalismo in su (finendo per il tutto sulla sedia elettrica). Tanto per capirci meglio su Fish e su i tipi di cui si occupava il nostro psichiatra, la serie “Nightmare” e nello specifico il caro Freddy, sono ispirati da questo personaggio, disturbato mentalmente, picchiato e maltrattato fin dall’infanzia. Wertham scrisse diversi saggi in materia di atteggiamenti sessuali “particolari”. E fin qui tutto bene: insomma è uno psichiatra, della scuola freudiana. E allora cos’è che ha attratto la mia attenzione? E soprattutto: ma non si parlava di fumetti?
Andiamo per ordine e chiariamo la cosa. Il sig. Wertham, ormai famoso, scriverà un libro che sarà una vera e propria bomba mediatica, dal titolo “Seduction of the Innocence”, 1954. Il saggio in questione muove pesanti accuse al mondo dei fumetti, addirittura lo indica come una delle maggiori cause della delinquenza giovanile. Ma va ancora più nello specifico, analizzando in maniera certosina le “vignette incriminate”, oltre che sottolineando tutti i casi in cui i “crime comics”, come lui stesso li definì, mettevano in bella mostra scene troppo violente, droga, stupri e molto altro. Tutto mi scorre addosso, tutto sommato è uno psichiatra, sta solo facendo il suo lavoro e a me Nightmare mi faceva pure paura. Ma ad un certo punto, quasi buttata lì tra le altre cose, sostiene in tono fermo che Batman e Robin sono una coppia di amanti gay, aggravata dal fatto che il povero Robin è stato circuito quando era ancora minorenne. Insomma, ve lo dico chiaro e tondo, lo so che vi potrebbe fare male, ma questo è il succo: Batman è un pederasta. 043E non solo. “Wonder Woman è una lesbica” (parole testuali) che nella sua vestizione richiama espressamente pratiche Bondage (dall’ inglese schiavitù, soggezione: si indicano un insieme di attività sessuali basate sulle costrizioni fisiche realizzate con legature, corsetti, cappucci, bavagli, in generale sull’impedimento consenziente alla libertà fisica, di muoversi, di vedere, di parlare, di sentire, da Wikipedia). In questo caso il tutto è reso ancora più assurdo dal creatore della superdonna (psicologo a favore del femminismo) che conferma e sottoscrive la questione del Bondage (il salto da qui al lesbismo lo compie Wertham) . E io che pensavo che quel cordino fosse fatto dagli Elfi buoni della foresta. Non intendevo “quella” foresta, zozzi.
La cosa, che potrebbe far sorridere, è stata presa in maniera molto seria dalle grandi del fumetto americano che, dopo pressioni di diversi genitori, pur non credendo a quanto sostenuto dallo psichiatra (che sosteneva anche che il tutto fosse infarcito di messaggi subliminali, tipo donne nude scolpite nelle cortecce degli alberi) hanno messo su il Comics Code Authority, organo di regolamentazione che si occupava dell’autocensura. Da qui poi nasce un filone critico tra cui anche noti semiologi di tutto il mondo che confermano la teoria del supereroe gay/lesbo, con la tutina attillata, tra cui finiranno in molti, da Flash fino a Tarzan. E niente battute sul suo debole per le liane che la cosa è seria. Il libro di Wertham nel tempo perde peso, ma segna definitivamente un’epoca e diverse generazioni, che non riusciranno più a scacciare dalla mente questa convinzione. La critica verso la società di massa, a volte giustificata e a volte meno, si fa in questa occasione bigotta e moralista ai limiti dell’inverosimile, malgrado una parziale riabilitazione del fumetto da parte di Wertham. A mio parere i salti a conclusioni affrettate, partendo da pure congetture prive di conferma scientifica, sono stati troppi e troppo arditi. Uno come Albert Fish (di cui vi invito a leggere qualcosa in giro) è frutto di una società che non riesce a garantire diritti a tutti, specialmente ai minori. Dare la colpa di questo alla massificazione delle società, ai mass media (e in questo caso al fumetto in generale) è come notare un granello di sabbia mentre si è travolti da una frana. Il fatto dell’orientamento sessuale non mi interessa, e secondo me in alcuni casi si è scelto consapevolmente di stuzzicare la fantasia del lettore in questo senso (Batman e Robin dormono insieme nello stesso letto. Adesso se Batman è miliardario, ce l’avrà una stanza per gli ospiti?). Quello che mi lascia da pensare è come le persone che godono di una certa influenza sulla società (per potere detenuto o crediti intellettuali) possano avanzare qualsiasi tipo di tesi ed essere seguiti da molti, fino ad interessare addirittura il Senato di uno degli Stati più potenti del mondo. Questo mi risulta assurdo, anzi inaccettabile. Una volta non era così, non poteva essere così, proprio perché non esisteva la società di massa. E qui arriva il paradosso: la società di massa crea mostri, non importa se veri o falsi. E solo grazie alla società di massa stessa, grazie alla diffusione delle informazioni e dei mezzi di comunicazione, questi mostri possono essere, giustamente o meno, crocifissi sulla parola. Adesso potrete capire come passano i pomeriggi lontani dai riflettori Dylan Dog e Groucho, Nathan Never e Java, Topolino e Pippo, Rat-man e Piccettino. E potrete, con un ulteriore sforzo di fantasia, capire il perché Hulk, che se ne sta tutto solo, ha il braccio destro molto più sviluppato dell’altro.

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