IgNobel: la scienza che fa prima sorridere e poi riflettere

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Giunta ormai alla 19a edizione e come ogni anno alla vigilia dell’assegnazione dei ben più noti premi Nobel, la rivista statunitense Annals of Improbable Research (AIR) sponsorizza i cosiddetti IgNobel, assegnati da una serissima giuria di Harvard per le ricerche più stravaganti.

Ma a differenza di come si trova su molti dei poco informati giornali italiani, lo scopo della manifestazione non è ridicolizzare gli autori delle ricerche quanto quello di avvicinare la gente alla scienza, magari incuriosendola con un sorriso. I vincitori dei premi spesso li ricevono con soddisfazione e auto-ironia visto che in tal modo viene data visibilità alle loro ricerche che altrimenti rischierebbero di non essere mai divulgate. Il valore scientifico di alcune di queste è confermato da pubblicazioni già avvenute su note e serie riviste scientifiche internazionali.

Alcune ricerche premiate nelle edizioni precedenti, inizialmente prese con ilarità, hanno effettivamente trovato applicazioni pratiche molto interessanti. Un esempio su tutti fu lo studio sulla struttura del cranio del picchio e sulla mancanza di emicrania nell’esercizio del suo “lavoro”, che sembra essere molto utile per la realizzazione di caschi motociclistici più sicuri.

Allo stesso tempo risulta evidente come alcune delle ricerche premiate siano effettivamente singolari e prive di qualsiasi interesse scientifico. E’ però ben noto nel mondo accademico come talvolta idee strampalate producano effetti inattesi e talvolta positivi; per questo motivo il motto della manifestazione è appunto “La scienza che prima fa sorridere e poi riflettere”.

L’edizione di quest’anno, che non ha visto alcun italiano tra i vincitori, ha premiato le seguenti categorie:

Veterinaria:  le mucche con un nome producono più latte (Catherine Douglas Peter Rowlinson della Newcastle University, Gran Bretagna)

Pace:  studio sulla maggiore utilità di una bottiglia di birra vuota piuttosto che piena durante una rissa (Stephan Bolliger, Steffen Ross, Lars Oesterhelweg, Michael Thali e Beat Kneubuehl dell’Università di Berna)

Biologia: sfruttare i batteri delle feci di panda gigante per ridurre del 90% la massa dei rifiuti biologici (Fumiaki Taguchi, Song Guofu e Zhang Guanglei della Kitasato University a Sagamihara, in Giappone)

Medicina:  studio sull’artrite alle dita della mano, effettuato “schioccando” per 60 anni solo quelle della mano sinistra (Donald L. Unger, di Thousand Oaks, California)

Economia: assegnato ai dirigenti di 4 banche islandesi per aver dimostrato come si possa crescere e andare in bancarotta in tempi rapidissimi, dimostrando che lo stesso può avvenire per l’economia di un intero paese

Fisica: studio analitico sulla stabilità delle donne incinte (in pratica spiega perché non si ribaltano) (Daniel E. Lieberman dell’Università di Harvard e Liza J. Shapiro dell’Università del Texas, USA)

Chimica: ottenere diamanti dalla tequila (Javier Morales, Miguel Apátiga e Victor M. Castaño della National Autonomous University of Mexico)

Salute pubblica: reggiseno convertibile in una doppia maschera anti-gas (Elena N. Bodnar, Raphael C. Lee, and Sandra Marijan diChicago, Illinois, USA)

Matematica: assegnato a Gideon Gono, governatore della banca nazionale dello Zimbawe per aver stampato banconote da un centesimo fino a centomila miliardi, per far familiarizzare la sua popolazione con i grandi numeri

Sebbene una descrizione esaustiva dei premi assegnati nelle edizioni precedenti risulterebbe troppo lunga, risulta “doveroso” segnalare le seguenti ricerche:

brevetto nel 2001 per l’invenzione della ruota; invenzione di un’armatura resistente ai grizzly (effettivamente testata); calcolo della probabilità che Gorbaciov fosse l’Anticristo; studio sulla memoria dell’acqua.

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