Destinazione Capo Nord: l’avventura continua

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Capo Nord

Capo Nord

Da sempre la Scandinavia emana un fascino particolare. La patria dei più grandi esploratori. Una terra selvaggia, immensa i cui luoghi ameni e ostili riportano a galla un antico passato. I giochi incessanti della natura ci mettono in contatto con l’essere primordiale dell’uomo, con l’istinto. Il nostro intrepido viaggio  prosegue e spinti dall’adrenalina, siamo diretti  verso una meta ancora più remota: Capo Nord. L’estremità più settentrionale d’Europa e probabilmente non tutti sanno che sia gemellata proprio con l’Italia, o meglio la Sicilia. Riuscire a raggiungere Capo Nord è come trovare un’oasi nel deserto o vincere a tombola. Non ci sono ferrovie che collegano Tromsø  alla nostra meta e la risposta basita di un operatore turistico  ci potrebbe suggerire che questa sia un’impresa impossibile. Ma siamo amanti dell’impossibile, quindi zaino in spalla e chi si ferma è perduto. La consuetudine vuole che Capo Nord si raggiunga in moto, camper e automobile. Perché parliamoci chiaramente. Siamo o non siamo diretti ad una falesia a 500 km dal Polo Nord? Difficile dire quello che ci attende ma non avendo a disposizione altri mezzi e dopo aver planato sui cieli per tutto il giorno l’unica alternativa possibile è viaggiare via mare, come d’altronde stiamo facendo da quando siamo partiti. Ci aspetterà una lunga nottata su una lussuosa nave, ci sono grandi distanze da colmare e dovremmo accontentarci di dormire nella hall . Ma onestamente anche se la stanchezza si  fa sentire, chi ha voglia di dormire? La nostra traversata nell’Oceano Atlantico durerà fino alle dodici, quando finalmente arriveremo a destinazione. Nel frattempo il navigatore di bordo ci avvisa della rotta che stiamo percorrendo. Paradossalmente questa remota terra dal clima rigido non ci può apparire inospitale, soprattutto se abbiamo la possibilità di vivere un’esperienza unica e di constatare la spettacolarità di determinati fenomeni naturali, come il caratteristico Sole di mezzanotte. Lungi dal chiedersi come sia possibile vivere durante i mesi della notte polare, anche se è comprensibile che i tassi di suicidio siano molto elevati, possiamo osservare il fenomeno inverso che si verifica durante l’estate ,il suddetto Sole di mezzanotte:l’inclinazione dell’asse terrestre fa sì che l’astro resti sempre sull’orizzonte. Ma queste inusuali  ore di luce dureranno ancora per poco visto che  sull’estate sta calando il sipario e i ghiacci dell’inverno sono una prospettiva vicina.

Approdati a Honningsvåg molte ore dopo, l’unico villaggio di pescatori nei pressi della falesia, dobbiamo recuperare le forze  prima di raggiungere la nostra agognata destinazione. Alle due di notte decidiamo di riprendere il cammino visto che il Sole sorge presto, per gustarci un’indimenticabile alba sul promontorio di Nordkapp. Attorno a  noi prende forma un paesaggio desolato,delle spoglie colline ricordano le dune del deserto mentre l’oceano fa da sfondo a questo paesaggio. Sembrano le sette di pomeriggio , invece stanno già spuntando le prime luci del giorno e siamo alla fine di questo intrepido viaggio all’insegna dell’avventura. Osserviamo  la fauna locale e delle spettacolari  renne che regnano indisturbate nel loro habitat naturale:  quelle bianche, sorprendentemente domestiche, attraversano la strada per raggiungere un campeggio e l’accampamento di numerosi viaggiatori, muniti di camper e moto. Finalmente ci siamo. A 71°10′21” di latitudine e 25°47’40” di longitudine. Nel punto più estremo e inaccessibile d’Europa. Ormai siamo giunti a destinazione, giusto in tempo per  gustarsi la prima alba d’Europa.Il Sole di un lunga giornata sorge davanti a  noi, illuminando il globo sulla cima della falesia che ci ricorda di essere proprio in capo al mondo e porta con sé un po’ di malinconia, perché tutte le cose belle sono destinate a finire.

 

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