Defiscalizzazione delle cure odontoiatriche per rispondere alle esigenze delle fasce più deboli della popolazione

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Defiscalizzare le prestazioni odontoiatriche erogate in regime di libera professione per poter garantire la salute orale della popolazione, fruendo dei “livelli di eccellenza” dell’odontoiatria italiana con costi al pubblico paragonabili a quelli dell’Est Europa.

Questa, la proposta formulata dal Presidente di ANDI Pavia e Vicepresidente ANDI Lombardia Dottor Giuseppe La Torre nel corso di una lunga e partecipata conferenza stampa tenutasi nella sede dell’Ordine dei Medici di Pavia, alla quale hanno partecipato attivamente anche le altre sigle sindacali A.I.O. Pavia con la Presidente Dottoressa Marzia Segù, C.O.I. di Pavia con il Dottor Giulio Leardi. Ha partecipato anche l’università: la Professoressa Silvana Rizzo Direttore del Poliambulatorio Monospecialistico di Odontoiatria, e il Professor Paolo Menghini Presidente del CLOMPD;  e la componente ordinistica con il Dottor Domenico Camassa Presidente C.A.O. e l’Ordine dei Medici con il Presidente Dottor Giovanni Belloni.

Era presente anche il Dottor Federico Dal Cin Presidente ANDI Lombardia e l’ANCAD per il settore delle forniture con il Presidente nazionale Dottor Luca Zaliani. Assente il Presidente dell’ANTLO Massimo Maculan, per imprevisto dell’ ultimo minuto.

Folto, invece, il gruppo degli studenti universitari del corso di laurea in odontoiatria che hanno poi espresso il proprio punto di vista in un comunicato a firma di Mariantonietta Arrica Presidente Nazionale dell’AISO, l’Associazione degli studenti universitari di Odontoiatria.

Dunque la proposta condivisa è la seguente: l’unica soluzione percorribile, per offrire un servizio di cure odontoiatriche che mantenga gli attuali livelli di qualità e garantisca un costo accessibile anche alle fasce più deboli della popolazione, passa solo ed esclusivamente per la defiscalizzazione delle prestazioni erogate. Se più del 60% dell’introito di uno studio odontoiatrico è rappresentato dai costi vivi e fissi per renderlo operativo, e del rimanente, oltre il 70% se ne va in tasse e contributi, il margine di guadagno netto per un dentista si aggira intorno al 10% a fronte di un rischio d’impresa che posiziona uno studio odontoiatrico nell’area del management. Una redditività non in linea con quello delle altre categorie professionali, dove per altro i costi vivi sono di gran lunga inferiori.

Quale sia la soluzione, dunque, appare evidente: “Non essendo in grado di proporre e sostenere una seria politica sanitaria pubblica in ambito odontoiatrico, lo Stato defiscalizzi le prestazioni libero-professionali e noi garantiremo la nostra competenza e la qualità delle nostre terapie agli stessi prezzi che vengono fatti in Croazia – ha detto il Presidente La Torre -, senza ulteriormente mortificare i nostri onorari e con unanime soddisfazione. Il comune obiettivo deve essere una odontoiatria eccellente alla portata di tutti; la corretta attribuzione delle responsabilità ed il conseguente giudizio sociale è comunque un passo verso la soluzione del problema”.

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