La palla passa ora al Municipio per l’Autorizzazione allo Scarico, non basta infatti solo il Nulla Osta allo scarico di Acea, vogliono proprio autorizzarti per bene a scaricare nella pubblica fognatura.
Nel frattempo, facciamo richiesta alla ASL per ottenere il NOTS – Nulla Osta Tecnico Sanitario. Siamo in Ottobre. 2008.
Mentre al Municipio tutto tace, la ASL effettua il sopralluogo, ma pur trovando tutto in regola esprime “parere negativo poichè l’attività è stata trovata sprovvista di Autorizzazione allo scarico secondo D. Lgs. 152/2006”.
C’ho significa in concreto che non possiamo presentare la DIA (Dichiarazione di Inizio Attività) cui seguirà la CIA (Comunicazione di Inizio Attività) presso il II° Municipio, e quindi che, di fatto, non possiamo aprire.
Torniamo quindi all’attacco del Municipio per sapere quando potremo ottenere questa benedetta “152” per scoprire che “loro” hanno 90 (la paura!) giorni di tempo da regolamento per il rilascio. Consapevoli del fatto che anche qui ci vuole un aiutino ci diamo da fare da fare con amici, parenti, conoscenti, semplici passanti (una gentile signora vedendoci ormai da più di un anno in un negozio ready-to-go ma chiuso ci ha persino offerto, di sua sponte, il numero di telefono del marito vigile urbano) e così, grazie a questi agganci, abbiamo ottenuto la benedetta 152. Dopo soli 84 giorni. Siamo ad aprile. 2009.
Forti di quest’ultima Autorizzazione sbrighiamo le procedure per il “riesame pratica” presso la ASL, per ottenere il NOTS, che finalmente ci darà la possibilità di richiedere l’autorizzazione allo sportello del commercio del nostro municipio, ad esercitare l’attività (pensate che non è necessaria nemmeno la licenza per la nostra attività…).
Riflessioni: “…son già venuti..mancava solo la “152”..sarà veloce, faranno in fretta…così riusciamo ad aprire anche in tempo per il cambiO DI STAGIONE!!!..” . E invece no. Passa una settimana, ne passano due.
Nulla.
Faccio interessare, dopo aver inutilmente telefonato personalmente più volte, la mamma della mia fidanzata, che per 20 anni ha lavorato in una ASL (non questa naturalmente!!!) e le chiedo di scoprire (qui, come le volte precedenti) semplicemente a che punto sia il processo di “lavorazione” della pratica che ci riguarda.
Otteniamo una riposta tutto sommato buona: 10/15 giorni (ovvero un mese abbondante dal momento in cui abbiamo presentato la domanda) e dovrebbe essere pronta. Passa 1 settimana. Ne passano 2.
Nulla.
Telefono. La sua domanda non c’è, mi viene detto. EH!? Sì, non si trova (ma se due settimane fa era sulla sua scrivania!?!?…) no guardi, se ha una fotocopia me la porti che va bene uguale. EH!? Non mi sembra il caso di stare a far questioni e decidiamo di andare il giorno seguente a consegnare la fotocopia della domanda. Dopo una mezzora veniamo richiamati, incredibile! è la prima volta che un ufficio si preoccupa di noi e non viceversa. La domanda è riapparsa ma ci vogliono altri 10 giorni. EH!?
Passano sti 10 giorni e il mio socio si reca in ASL per il ritiro evitando così ulteriori attese per ricevere la notifica a domicilio, e scopre che: la domanda non si trova. EH!?
Poi ricompare. EH?! era attaccata con un’attache sul retro della cartellina relativa alla nostra pratica. EH!? Era tra le pratiche della sig.ra… ma non è lei che se ne deve occupare. EH!?
Alle mie rimostranze e minacce, neanche tanto velate, di sporgere denuncia ai carabinieri vengo invitato a fare pure… Breve pausa depressiva. Ormai ci si deprime e riprende in pochi minuti. Il tempo è denaro e lo si capisce bene dopo 20 mesi di mensilità versate. Si risollecita la nuora, che richiama. Tra una settimana dovrebbe essere pronta per il ritiro ma poichè c’è il ponte (è la festa nazionale) aggiungiamo altri 2 giorni. Insomma 9 giorni.
Ce la faranno i nostri eroi?