beelaundry_4 ACEA ATO2 ovvero il buco dell’acqua

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Sintesi: lasciate ogni speranza, Voi ch’entrate.

L’acqua noi, in effetti, l’abbiamo già ma siamo collegati al condominio e vogliamo quindi fare una scissione per avere il nostro contatore dedicato, direttamente collegato alla rete distributiva.

Facciamo le nostre brave 10 telefonate al call-center per poter fare una media delle risposte e portare il maggior numero di documenti corretti e/o ridurre il numero delle integrazioni (oltre che il numero di ore di permesso o di ferie che è necessario prendere per espletare tali incombenze) e facciamo la nostra richiesta a nome naturalmente, è bene ricordarlo, della nostra srl che nello statuto all’art. 2 riporta : “la società ha per oggetto lo svolgimento, sia in Italia che all’estero, sia in proprio che per conto terzi, delle seguenti attività: servizi di lavanderia self-service”.

Scopriamo che ad esempio tra i documenti da presentare c’è “l’imbocco in fogna” e pensiamo “cavolo, il palazzo è di un ente pubblico, regolarmente costruito, pure abitato, vuoi che non ci sia l’allaccio alla pubblica fognatura?!?!”. In effetti, scopriremo dopo circa 30 giorni, lavorativi, tale allaccio c’è e ci viene confermato, dall’Acea stessa, con un bel documento fotocopiato storto.

Consegniamo quindi la fotocopia storta insieme con atto costitutivo, contratto di affitto, visura camerale della società, fotocopia dei documenti di identità, planimetria del locale, schede tecniche dei macchinari all’ufficio preposto, detto in gergo “ai sopralluoghisti” e, appunto, presentiamo regolare richiesta di sopralluogo. Passano i 30 giorni, sempre lavorativi. Ne passano un altro po’. Scriviamo una fax di sollecito. Chiamiamo l'”amico ammanicato” e, mettendo da parte imbarazzo e timidezza, gli si chiede un “aiutino”. Ma facciamo bene attenzione:  non per avere chissà quale trattamento particolare, ma per riuscire ad avere questo benedetto sopralluogo necessario per la posa del contatore!

Qualcosa si smuove negli uffici Acea, dove i sopralluoghisti ricevono il martedì dalle 8.30 alle 12.30 (e qualcuno solo dalle 9.00 ma è una cosa che si scopre a sorpresa e sul momento), dove si viene ricevuti in corridoio, al volo, e indirizzati verso stanze lontane in corridoi bui e sconosciuti…mentre gli screensavers ballano sui monitor di postazioni che dovrebbero ospitare degli impiegati…per bacco c’è perfino la giacca appoggiata sulla sedia…sarà un “attimino” fuori stanza…basta avere un po’ di pazienza, ci viene detto…).

E, in tutta calma, qualcosa si muove e dopo aver fatto predisporre dal mio operaio la nicchia sul muro (questo a metà tra il condominio e un negozio privato…) e aver (IO!), compilato, stampato e messo i cartelli sui palazzi interessati per “SCUSARSI DELLA MOMENTANEA INTERRUZIONE DELLA FORNITURA CAUSA LAVORI SULLA RETE IL GIORNO…DALLE ORE.. ALLE ORE..GRAZIE DA Acea s.p.a.) finalmente arrivano i tecnici a fare l’allaccio. Tempo di lavoro: 10 minuti. Tempo tra la domanda e il lavoro finito:  5 mesi.

Ora se ricordiamo bene, le macchine erano state ordinate a gennaio con consegna (prevista) e pagamento (regolarmente effettuato) ad aprile. Arriveranno effettivamente solo a settembre, e ringraziamo il venditore per non averci addebitato le spese di magazzino.

Sistemiamo i macchinari, realizziamo a regola d’arte gli impianti elettrici e idraulici…e mò che famo? cominciamo!?!?

No.

Ci vuole il Nulla Osta Idraulico, sempre da Acea, necessario per fare richiesta al Municipio per l’Autorizzazione allo Scarico (“Legge 152”).

Ora, nella nostra ignoranza, credevamo che avendo fatto richiesta come società, come lavanderia e avendo prodotto le schede tecniche delle macchine fosse pacifico ottenere tale documento. Ma siamo in Acea ricordate?!?! Qualche telefonata e un paio di visite (sempre e solo il martedì mattina) ci permettono di scoprire che per ottenerlo è necessaria la relazione di un tecnico che faccia i calcoli idrici sui consumi di acqua e attesti (lui, il tecnico) la bontà e l’ecocompatibilità dei saponi utilizzati.

Per cui dopo aver capito che questo “tecnico” può essere il geometra che ha seguito per noi alcune pratiche, andiamo da lui e prendiamo spunto una relazione di un suo collega cambiando intestazione e destinatario. Cambiamo anche la parte relativa ai consumi, ma sappiamo tutti (anche Acea) che l’attività non è avviata per cui è tutto fatto su consumi ipotetici. Poco chiara rimarrà la parte in cui il geometra farà dichiarazione che: “Sì, in futuro l’attività utilizzerà prodotti biodegradabili al 90%…” e se invece fosse tutta una copertura per lo sversamento di liquami tossici? chi ci va di mezzo? I geometra?! L’esercente?! Questo lo scopriremo tra qualche giorno (sic!).

Tutto ciò insieme, ancora una volta, alle schede tecniche delle macchine, viene redatto in triplice copia e…consegnato alla reception di via Ostiense, insomma in portineria all’ACEA. Senza il rilascio, seppur richiesto, di alcuna ricevuta, perché “…Si usa così…”. Vabbè.

Aspetta. Aspetta. Aspetta, aspetta. Tutto tace. Si richiama il nostro amico dipendente ACEA e, incredibile, riusciamo ad ottenere il numero di protocollo della domanda presentata per scoprire che, nella parte relativa ai saponi, non risultava chiara la loro biodegradabilità (nonostante le schede sulla composizione chimica fossero regolarmente allegate…) ed era necessaria la dichiarazione giurata del tecnico di cui sopra. Facciamo anche questo. Aspettiamo. Otteniamo il Nulla Osta Idraulico.

Tempo di rilascio: 2 mesi.

lavanderia-pianta

TOO BEE CONTINUED

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