Apologia del fascismo.

Share

Prima di tutto un chiarimento: Gazzetta Ufficiale n. 143 il 23 giugno 1952, legge n° 645. Il primo comma enuncia: “Ai fini della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della costituzione, si ha riorganizzazione del disciolto partito fascista quando una associazione o un movimento persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politico o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della resistenza o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista.”. Il secondo comma inizia illustrando le sanzioni penali: “chiunque promuove od organizza sotto qualsiasi forma la ricostituzione del disciolto partito fascista a norma dell’articolo precedente è punito con la reclusione da tre a dieci anni.  La stessa pena si applica ai dirigenti dell’associazione o movimento; chiunque vi partecipa è punito con la reclusione fino a due anni”.

La legge conosciuta come Scelba, che,  come essa stessa recita,  si rifà alla costituzione, indica chiaramente la fattispecie per cui la sanzione penale viene di conseguenza  applicata. E tutto dire che Scelba non è stato nè un politico nè tanto meno un uomo di tutto rispetto. Ad ogni modo la scelta (forse per lui molto sofferta) di promulgare una legge  che condanni l’apologia del fascismo è satata dovuta alle note e tristi vicende che l’Italia ha dovuto subire nel ventennio fascista.

La storia insegna, dicono. Ma neanche per sogno. A quanto pare invece la memoria degli italiani è piuttosto fallace. Esistono  disturbi patologici della cosiddetta Memoria a Lungo Termine, uno di questi è l’amnesia.  Il processo di decadimento della memoria spesso inizia in età avanzata oppure è dovuto a un trauma cerebrale. La patologia del  Blocco Studentesco non può essere collocata  al primo caso, dato che è formato prevalentemente da giovani, come del resto denota il nome dell’associazione. Più probabile, forse, è la seconda ipotesi per via della loro attitudine a usare la violenza. Ma che tutti i presenti in piazza della Repubblica (notare bene il nome del luogo: Repubblica e non Esedra, vecchia denominazione che  ricorda l’architettura della piazza, ma che però è in disuso da più di cinquant’anni) abbiano subito un trauma cranico è  poco credibile. La prima  ipotesi è forse più probabile se si fa riferimento a un inizio di problemi di senilità dell’On. Gelmini  che ha  proposto di togliere dal programma di Storia la Resistenza. Stessa cosa vale per il presidente della provincia Cirielli di Salerno che attribuisce  il merito della liberazione dall’occupazione nazifascista solo agli Alleati (almeno nel suo falso storico ha riconosciuto che dovevamo essere salvati dall’occupazione repubblichina e da quella tedesca).

Se le Istituzioni sono le prime a travisare la storia e a  dare  messaggi anticostituzionali e illegali, alcuni giovani inevitabilmente reagiranno di conseguenza,  forviati da chi dovrebbe dare loro il buon esempio. Come citato nel primo comma della legge Scelba la manifestazione che ha avuto luogo il 6 aprile a piazza della Repubblica è illegale. Ora la domanda è: perché è stata autorizzata? Eppure c’era stato un chiaro appello da parte dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di bloccare la “Nuova Marcia su Roma”. Non che l’Anpi  possa proporre  di violare la libertà di espressione e di manifestazione del pensiero altrui, ma quello che l’Associazione Partigiani intende sostenere con il suo appello è che la Costituzione afferma “è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista” e i manifestanti di Piazza della Repubblica si definiscono fascisti e sono organizzati in associazioni studentesche e “culturali” filofasciste.

Il clima che si sta respirando a Roma, soprattutto per quanto riguarda le Università, comincia a divenire insostenibile: aggressioni da parte di facinorosi dei gruppi estremisti  sembrano essere diventato  pane quotidiano. Questi avvenimenti sono comparabili con altri fatti  storici, più recenti di quelli riguardanti la dittatura di Mussolini. Potrebbero ricordare  i moti del ’68, anche se per diversi fattori e per alcuni traguardi importanti da questi raggiunti, possiamo dire di essere su un livello decisamente diverso. L’attuale clima di violenza richiama semmai  gli  anni settanta che hanno visto  comparire le organizzazioni terroristiche. Queste esperienze negative dovrebbero essere d’esempio alla vecchia generazione che ha vissuto in prima persona  tali vicende e ai giovani che invece  avrebbero dovuto studiarle sui libri di scuola. Non rassicurano i discorsi dannunziani dei facinorosi nostalgici che dal palco della manifestazione  rivendicano l’occupazione della  Dalmazia. Certo a sentirli sembra quasi grottesco, persino ironico, ma tutto diviene tragicamente serio e preoccupante quando i presenti si definiscono, senza alcun pudore, i “Fascisti del III millennio”.

L’altra manifestazione indetta a Piazza Santi Apostoli celebra invece la “sconfitta del nazifascismo e  la fine delle ostilità della seconda guerra mondiale”. È stata sostenuta dal Popolo Viola di Roma,dall’Onda, dalla Federazione della Sinistra, da Sinistra e Libertà, dai Centri Sociali, dalla R.A.M. e dal PD. Fortunatamente non ci sono stati scontri, ma quanto potrà durare questa tregua? Se  si coniuga con  l’insicurezza economica che stiamo vivendo e che in Grecia si è abbattuta come un uragano, potremmo dire di essere a rischio di guerra civile? Sembra utopica e esagerata come conclusione, ma più realistica e meno ridicola di una sorta di riconquista della Dalmazia.

Users

Displaying 1–20 of 412 1 2 3 20 21
Displaying 1–20 of 412 1 2 3 20 21

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*