Finalmente, dopo una trepidante attesa di pubblico e di critica, lo scorso 5 novembre è uscito sul grande schermo Snoopy & friends, il film dei Peanuts, grazie al quale Charlie Brown ed il suo inseparabile bracchetto Snoopy, insieme a tutti i loro amici, abbandonano le vignette del fumetto e prendono vita per mezzo della grafica digitale, rendendosi partecipi di una storia semplice e profonda allo stesso tempo.
Nonostante il superamento della staticità del disegno su carta attraverso i prodigi dell’informatica, i simpatici personaggi, nati dalla mente fantasiosa dell’americano Schulz, non perdono, se non soltanto in minima parte, il loro atteggiamento tragicomico nei confronti dell’esistenza: partendo da una trama lineare ma efficace, in grado di essere compresa anche dai più piccoli, ogni bambino dell’immaginario quartiere residenziale americano, nel quale è ambientato il lungometraggio, incarna uno specifico profilo umano, con una spontaneità comportamentale come solo il mondo dell’infanzia è in grado di esprimere; si tratta di caratteri in erba, in via di sviluppo, ma già in grado di delineare, paradossalmente, personalità forti, che individuano, fin da subito, le principali prerogative del futuro adulto.
Lucy, scontrosa con tutti, sempre pronta ad offendere e a confutare ciò che non soddisfa i suoi gusti e le sue aspettative, dà voce ad un’attitudine pugnace e risoluta, che non si accontenta di accettare la vita così come si verifica, ma risponde a quest’ultima con un’arroganza pungente ma giustificata nel suo attivismo, fatta eccezione per il suo vacuo innamoramento, fallimentare a priori, per Schroeder; il bambino dai capelli biondi, appassionato di Beethoven, possiede uno spirito riflessivo, affronta il mondo circostante con pacata fermezza e pazienza, sfoderando l’arma più diplomatica nell’interazione con l’altro, l’indifferenza: la musica lo aliena e lo protegge dal presente, suonare il pianoforte è un modo pacifico per tollerare piccole e grandi difficoltà.
La piccola Sally, sorella minore di Charlie Brown, accoglie inizialmente ogni situazione con gioia ed entusiasmo, benché talvolta si ritrovi ad inciampare in una brusca delusione; ella viene prontamente consolata dal suo fratellone il quale, discostandosi dalla malinconia esistenziale senza via d’uscita, che permea alcune strisce del celeberrimo disegnatore, offre una visione delle cose più propositiva e ricca di speranza: dapprima goffo e sfortunato, il bambino dalla maglia gialla e nera diventa via via più tenace e sicuro di sé, deciso a conquistare la leggiadra Ragazzina dai Capelli Rossi, senza, inoltre, lasciarsi minimamente intimidire dalla stesura solitaria di un commento sull’arduo romanzo Guerra e pace di Tolstoj.
Egli si rivela un modello di onestà e dolcezza, qualità che risultano molto rare anche nell’infanzia di oggi, e la sua atavica timidezza lo rende un vincente, perlomeno nel contesto ideale nel quale è collocato; la sua ricerca dell’amore sublimato è fin troppo lontana dalla realtà, dove il sentimento è spesso succube delle nebbie di una sessualità contorta.
Nell’occupare l’attenzione degli spettatori, Snoopy non è da meno: tenero ed ironico, sa invadere la scena tra gag esilaranti e mini disavventure, dovute talvolta al tentativo di salvare il suo padroncino da imbarazzanti figuracce; il racconto parallelo alla trama principale, che lo vede protagonista indiscusso quale Asso della Prima Guerra Mondiale, ovvero la stesura del suo romanzo, incentrato sul conflitto con il misterioso Barone Rosso ed il suo fastidioso aeroplano, non è che la metafora delle paure che planano costantemente sulla psiche umana, e la possibilità di esternarle con la scrittura è un espediente per esorcizzarle e dominarle.
Infine, a condire ulteriormente l’atmosfera delle sequenze filmiche è il piccolo Woodstock: la sua è una presenza birichina, quasi clownesca, il suo sguardo fortemente mimico, accompagnato dal cinguettio stridulo e dai piccoli disastri, che si ritrova a provocare a causa della sua ingenuità, non può non far innamorare immediatamente il pubblico, rapito, tra l’altro, dal suo esile corpicino giallo.
Snoopy & friends, il film dei Peanuts non possiede la genialità espressiva di Shaun vita da pecora, il film (2015), prodotto dall’altra parte dell’oceano dalla Aardman, la cui incredibile tecnica dello slow motion, in aggiunta all’assenza dei dialoghi, lo rende un film d’animazione sui generis; tuttavia, il suo “cast” è variegato, le inquadrature sono dinamiche, la sceneggiatura rispetta i canoni stilistici dell’intramontabile fumetto.
Inoltre, Snoopy e i suoi amici, attraverso la naturalezza dei loro pensieri e delle loro azioni, figurano quali diffusori di un importante insegnamento, oltre ai valori fondativi dell’amicizia vera e dell’amore puro: nella vita non bisogna mai arrendersi ed occorre lottare per tutti quei sogni le cui grandezza e profondità intellettuali donano un senso alla battaglia dell’esistenza. E, nonostante l’idillica ambientazione del cartone animato, quest’ultima non impedisce, anzi, favorisce la divulgazione di un messaggio morale così edificante.